La prima scelta per chi decide di aprire un'attività è quella di selezionare la location giusta e adatta. Il sogno di aprire nella "via dello struscio" si scontra spesso con la realtà di un business tutto particolare per il quale i proprietari dei negozi nelle vie principali chiedono una buona entrata per concedere in affitto il proprio immobile. È un business legale?
Gentile esperto,
mi trovo in una situazione di completa confusione!
Da qualche giorno ho finalmente maturato la decisione di aprire un mio negozio di arte e moda! Lo so, il periodo è quello che è, i negozi chiudono, la gente va nei centri commerciali. Ma io ho fatto tutti i miei conti, ho pacchi di business plan e gli occhi ben aperti su come dovrò gestire l'attività. Quindi ben convinta ho iniziato a cercare la location ideale per la mia particolarissima boutique e da sempre l'avevo sognata nella via principale dello shopping. La crisi in questo caso mi ha dato una mano e ho trovato il cartello affittasi nel negozio dei miei sogni. Ho chiamato il proprietario che mi ha subito detto che oltre al canone annuo (oltre 20 mila euro!!) ci sarebbero da versare subito circa 10 mila euro come buona entrata. E poi mi ha detto che lui ne aveva versato 15 mila all'inquilino per l'indennità di avviamento.
Insomma, io non ho capito nulla. Cosa devo fare? È una richiesta lecita? È una pretesa che devo assecondare?
Grazie
Lucilla
Cara Lucilla,
la sua confusione è più che lecita! Proviamo a chiarire un po' di concetti per avere gli strumenti necessari a prendere la sua decisione.
L'indennità di avviamento non va confusa con la cosiddetta "buona entrata", la somma che spesso viene richiesta per subentrare o prendere in locazione i negozi posti nelle vie più commerciali e prestigiose dei centri città. La buona entrata, infatti, che può raggiungere cifre anche molto elevate, non è prevista dalla legge (come avviene invece per l'indennità di avviamento), ma fa parte degli accordi commerciali fra le parti che intraprendono la trattativa per la locazione del negozio. Quindi è una prassi diffusa tra i proprietari dei negozi più prestigiosi, ma non per questo possiamo considerarla una richiesta lecita. Anzi, secondo la legge 392/78 che regola le locazioni commerciali, questa sarebbe una pattuizione nulla che attribuisce un notevole vantaggio al proprietario, ai danni dell'inquilino. A questo concetto si associa anche quello di "buonuscita" che, al contrario, è ammissibile e giustificabile sia a titolo di indennizzo per perdita di avviamento, sia a titolo di indennizzo per anticipata rescissione contrattuale a vantaggio del locatore. È ammessa anche la buonuscita richiesta dall'inquilino ad un nuovo aspirante inquilino per lasciare libero l'immobile (come compenso per la cessione del contratto ed eventualmente dell'azienda o della licenza).
Naturalmente a parte le considerazioni legali, lei farà la sua personale valutazione di quanto è disposta ad investire e a spendere per svolgere la sua attività proprio in quell'immobile.
In bocca al lupo!
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