Entrare e lasciare un luogo ha le sue regole, proprio come un giro di valzer. E per essere dei buoni partner bisogna conoscerle e rispettarle, a tutto vantaggio di una bella coreografia. L’incontro tra pensieri e spazi però molto spesso ha le sue difficoltà. Tra vicende particolari, cavilli e casi che si ripetono sempre uguali, diamo voce alle vostre storie e chiediamo lumi al nostro esperto.
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Sono sempre particolarmente numerosi i quesiti che riceviamo rispetto alla stipula di un contratto transitorio. La preoccupazione dei proprietari riguarda principalmente la motivazione di transitorietà e la minaccia di una possibile “trasformazione” in contratti liberi di 4 anni + 4. Molti, ancora, i dubbi dei proprietari relativi all’applicazione della cedolare secca, soprattutto con aliquota agevolata del 10%. Le domande, lato inquilino, riguardano invece prevalentemente la durata del contratto, la possibilità di prendere la residenza e altri aspetti delle condizioni contrattuali.
Per il proprietario di un immobile la gestione del patrimonio fiscale comporta uno sforzo ed un impegno determinati dalle tante scadenze fiscali che dovrà rispettare per poter essere in regola e pagare le tasse dovute. Avere uno scadenziario impostato, da aggiornare in caso di novità rispetto ad esempio all’utilizzo dell’immobile, la data di un contratto ed altre novità, può indubbiamente essere di sostegno nel rispettare le date, evitando sanzioni e quindi ulteriori spese rispetto alle già tanto “sofferte” tasse.
Quali sono, quindi, gli adempimenti che un proprietario deve segnare in calendario per essere in regola?
Spesso un immobile non ha un unico proprietario ma, per svariati motivi (eredità, comunione ecc.), appartiene a più soggetti.
Ora, può capitare che, per altrettanto svariati motivi, sia uno solo dei comproprietari ad occuparsi della gestione dell’immobile, e che gli altri se ne disinteressino. E’ dunque importante definire se sia possibile per il singolo comproprietario mettere “in autonomia” a reddito l’immobile e dichiarare interamente il conseguente reddito percepito o se, invece, valgano regole differenti.
L'aggiornamento del canone è l'unica modalità concessa al proprietario per poter aumentare il canone d'affitto durante il periodo contrattuale. Il meccanismo è vincolato però all'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi. Come funziona quindi? C'è differenza tra il contratto per il mio appartamento e quello per il negozio? Posso richiederlo nella stess amodalità e cifra?
Si fa presto a dire “cambio casa.. cambio città”, oppure “cerco uno spazio tutto mio, andiamo a convivere”. La soddisfazione dei desideri sembra presentare il conto.. quello per andare a vivere in affitto è un conto, variabile certamente, ma in ogni caso non è gratis.
Per andare a vivere in affitto un inquilino deve fare i conti, oltre che col canone che dovrà mensilmente pagare, con le spese iniziali, quelle da sostenere prima di poter godere (speriamo) della scelta fatta; oltre ad una serie di spese fisse e altri costi una tantum.
Quanti e quale spese? Di che cifra parliamo?
Affittare con sicurezza è la nostra mission. Da sempre gli studenti universitari sono tra gli inquilini più numerosi e “fedeli”, rappresentano quel target clienti su cui un proprietario di immobili può sempre contare. Eppure sono spesso anche gli inquilini più “maltrattati”, quelli a cui si propongono contratti in nero, immobili datati, mobili improbabili, condizioni al limite del legale. Proviamo, allora, a capire quali sono i dubbi principali di chi deve stipulare un contratto per o come studente fuori sede. Con la filosofica certezza che solo chi dubita conoscerà la verità.
Un quesito che spesso chi ha acquistato con le agevolazione definite "prima casa" si pone nel momento in cui dovesse decidere di far fruttare il proprio investimento attraverso l'affitto. La questione è: posso affittare senza perdere le agevolazioni? Anche prima dei 5 anni?
Insomma, c'è un modo per investire nella prima casa e iniziare a guadagnare da subito, rientrando dell'investimento, mettendolo in affitto senza dover aspettare?
La definizione di prima casa è da sempre un argomento di grande interesse. Il fatto è che in realtà il concetto di prima casa viene spesso confuso e sovrapposto a quello di abitazione principale. Una prima casa, nel senso di unico immobile posseduto, potrebbe diventare in effetti una seconda casa, ai fini fiscali, se non viene utilizzata come abitazione principale dal suo proprietario. Il concetto potrebbe apparire come un paradosso nei termini e rappresenta indubbiamente un rompicapo per i tanti proprietari italiani. Proprietari di prima casa che scoprono poi di dover pagare come possessori di seconde case.. e i conti non tornano mai!
Cambiano le regole per stipulare un contratto di affitto transitorio: il contratto breve che soddisfa l’esigenza abitativa, transitoria appunto. Un contratto che viene spesso utilizzato anche per soddisfare esigenze del proprietario, che non vuole impegnarsi per lunghi periodi e preferisce pensare di poter riavere a breve la disponibilità del suo bene.
La normativa, ora, pone alcune regole, più precise, rispetto alle motivazioni di transitorietà, alla durata e ad altri aspetti che contribuiscono a rendere il contratto di locazione transitoria di grande interesse.
Tra le novità introdotte lo scorso anno rispetto alla normativa sugli affitti breve, c’era anche quella di un nuovo obbligo che riguarda gli intermediari immobiliari in caso di locazioni brevi.
L’obbligo prevede di dover comunicare all’agenzia delle entrate, entro il 30 giungo dell’anno successivo, i dati relativi a proprietari ed immobili affittati nel 2017 per brevi periodi.
La scadenza viene ora slittata al 20 agosto, ma soprattutto è stato ora pubblicato dall’agenzia delle entrate il software con cui inviare tali dati.