Per chi abita dal primo piano in su la questione ascensore è sempre molto sentita. L’assenza comporta le peggiori fatiche e le più antipatiche scomodità, la presenza rende la vita più confortevole e il fiatone meno frequente. Pur con tutti i contro del caso: tempi di attesa, claustrofobie, spiacevoli incontri, ma anche costi di installazione e manutenzione e frequenti liti condominiali in merito all’attribuzione delle relative spese. Vediamo perché quello dell’ascensore è un argomento molto sentito nel nostro paese.
- Che non lo sai che il mondo è fatto a scale?
- Chi le scende e chi le sale, sua santità!
[“Il Marchese del Grillo”, regia di Mario Monicelli, 1981]
Che la vita fosse tutta fatta di discese e di salite, un’alternanza di agi e di fatiche, una questione di comodità e di difficoltà, già il Marchese del Grillo lo aveva ben presente. La scala è la rappresentazione plastica di questa ambivalenza, che chiunque di noi conosce e ha sperimentato nella vita.
Magari con una cassa di bottiglie d’acqua da trasportare. Ma, diciamocelo, le scale sono antipatiche anche solo da salire, soprattutto quando non si hanno più vent’anni.
Per questo nelle città è l’ascensore l’oggetto del desiderio di molti. Il patrimonio edilizio italiano è vecchio e non sempre riadattabile a questo comfort moderno, ragion per cui non tutti coloro che vivono nelle palazzine e nei condomini delle aree urbane del nostro paese possono godere di una comoda salita.
Eppure, una recente analisi di Credit Suisse ci dimostra che, a dispetto della vetustà di molti degli immobili presenti nel nostro territorio, l’Italia è il secondo paese al mondo per numero di ascensori pro capite. Ben 14,7 ogni mille abitanti, secondi solo alla Spagna.
Davanti, e a grande distanza, rispetto a paesi che fanno dei propri skyline pieni di grattacieli vertiginosi un vanto assoluto: pensiamo solo al Giappone (6,2) o agli Stati Uniti (2,8).
Come spiegarselo? Non è questione di età ma di spazi. Senza raggiungere (nel caso del nostro paese) vette poi così elevate, né skyline vertiginosi come quelli delle grandi metropoli nordamericane o asiatiche, il nostro paese è piuttosto denso di edifici di altezza medio-bassa, ma per i quali si rende necessario salire più piani e, di conseguenza, più frequente la presenza di un ascensore.
Pensiamo agli USA, invece. Vero: New York, Chicago, Boston, San Francisco & co. permettono a molti dei propri abitanti di guardare il mondo dall’alto verso il basso. Ma non dimentichiamoci due fattori importanti.
In primis, una fetta importante di americani vive in territori sconfinati, con case indipendenti molto ampie ma non costruite su più livelli. Abitudine piuttosto diffusa anche nelle periferie residenziali di questi grandi agglomerati urbani.
In secundis, molti dei quartieri dove sorgono distese di grattacieli sono spesso i quartieri finanziari di queste città. Zone strapiene di uffici e negozi, ma molto meno rifornite di abitazioni. Gli impiegati e i commercianti che le popolano di giorno risiedono e hanno casa in realtà in altri quartieri, nelle zone maggiormente residenziali. Dove di ascensore non c’è bisogno, spesso.
Due argomentazioni che cercano di dare spiegazione ad una situazione ben più complessa di quello che non si potrebbe immaginare. Perché l’argomento non è affatto banale.
E la questione ascensore non si riduce alla sola, evidentissima comodità. Il comfort è l’obiettivo, il beneficio, l’aspetto positivo.
Corredato da altri vantaggi, alcuni dei quali non indifferenti, che da sempre l’ascensore porta con sé. Di uno è rimasto alla storia un bel video degli Aerosmith:
Però, ci sono tutti i però del caso.
Che partono dai più classici, come i tempi d’attesa: minuti interminabili, soprattutto nelle fasce orarie più tipiche per gli spostamenti di lavoro.
Ma non ci si limita a questo. Ad esempio, a chi non è mai capitato di trovarsi spalla a spalla con un compagno di viaggio che non si sarebbe voluto incontrare, o con una persona troppo rumorosa, o – peggio – non troppo beneodorante? L’ascensore costringe a queste piccole sevizie, per fortuna per un brevissimo (e quindi in generale sopportabile) frangente di tempo.
Per alcuni poi l’ascensore è un luogo off-limits: il place-not-to-be più tipico per un claustrofobico.
Infine, la componente costo. Installarlo, se un edificio ne è privo, può avere un impatto notevole sulle finanze dei condomini. E la manutenzione dell’ascensore è onerosa e, tra le spese condominiali, una tra le più invise.
Si pensi soprattutto al disappunto di quei condomini che, pur abitando al piano terra, devono comunque accollarsi una parte del costo, in base alle tabelle millesimali. Ne aveva parlato il nostro esperto di Blogaffitto, con i dovuti riferimenti di legge, in questo articolo sulla ripartizione delle spese condominiali dell’ascensore.