A fronte di una media italiana che si aggira attorno al 18%, ben lontano da quanto avviene in altre nazioni europee, Napoli detiene il primato italiano di provincia con il maggiore tasso di residenza in affitto. Unica in Italia a superare quota 30% della popolazione sistemata in un alloggio locato, è una delle poche città del sud Italia in questa top 20. Grandi assenti nella classifica le province del centro, molto elevate invece le percentuali di varie zone del Piemonte, della Liguria, dell'Emilia Romagna e della Puglia.
L'Italia, come gran parte degli Stati del sud Europa, non primeggia certo per diffusione dell'affitto. I dati dell'ultimo Censimento Istat (anno 2011), come rielaborati dall'Ufficio Studi Solo Affitti, parlano di un 18% della popolazione residente che ricorre all'affitto come soluzione abitativa.
Distantissimi da altri paesi europei che storicamente vedono attestarsi questa quota attorno al 40% (pensiamo ad esempio alla Germania). Perché?
Il gap dell'Italia nel tasso di residenti in affitto: motivazioni economiche, sociali, culturali
Qualche ipotesi possiamo farla, in proposito:
- proprietà immobiliare estremamente diffusa e culturalmente radicata nelle scelte patrimoniali delle famiglie, con i risparmi da sempre dedicati in primis all'acquisto dell'abitazione;
- assenza di grandi operatori immobiliari dedicati, come avviene ad esempio in Germania o Austria, all'investimento in alloggi residenziali da affittare al dettaglio, che permetterebbe di ampliare lo stock immobiliare dedicato alla locazione e mantenere bassi i canoni di affitto;
- ruolo troppo marginale delle pubbliche amministrazioni nel settore dell'edilizia residenziale pubblica, che, a causa degli scarsi investimenti in patrimonio immobiliare dedicato all'affitto sociale, non rispondono all'esigenza di locazione di molte famiglie a basso reddito;
- cultura un po' "mammona" che spinge meno che altrove i giovani ad andare a vivere in autonomia non appena terminati gli studi superiori e, a volte, anche quelli universitari;
- non per ultimo, una normativa della locazione poco conosciuta tra la popolazione e piuttosto complicata, che disincentiva il ricorso all'affitto. Anche se, va segnalato, le forme di contratto agevolato sono molto più diffuse che nel resto d'Europa; segno che nel nostro paese il legislatore, quando deve affrontare tematiche di natura sociale, sa essere efficace in taluni casi.
Italia: quali province registrano un tasso di residenza in affitto più elevato?
Si concentrano soprattutto nel nord-ovest del paese le province a maggior tasso di popolazione residente in affitto.
Ben 6 su 7 province del Piemonte (fa eccezione solo Novara), 3 su 4 della Liguria (fuori dalla top 20 solo La Spezia) e il lato occidentale dell'Emilia Romagna (Parma e Piacenza) determinano la forte concentrazione dell'affitto nei territori nord-occidentali della penisola.
Per il resto, si classificano nelle zone alte della classifica province in ordine sparso, con la sola eccezione della Puglia, con due province (Bari e Barletta-Andria Trani), frutto però di recente scissione.
Ad eccezione delle zone di maggiore concentrazione del fenomeno della locazione (il nord-ovest, appunto: Torino, con il 23,23%, e Genova, con il 22,15%, sono seguite a non molta distanza dalle province minori), sono soprattutto le grandi metropoli a fare da traino.
Pensiamo a Napoli, 1° in Italia con un vantaggio abissale (31,38%, rispetto a Bolzano, seconda con il 24,46%). Ben piazzate anche Bologna, al 5° posto con il suo 22,69%; Milano, 7° con un ottimo 22,30%; Trieste, 9° con il 21,99%; Palermo, 12° con il 21,59%; Verona, 16° con il 20,89%; e Bari, a chiudere al 20° posto, con il 19,93%.